Deterministico o Probabilistico?

Ricordate la mela di Newton? Sembra che non sia solo una leggenda, ma che in effetti Isaac Newton, osservando una mela cadere, si pose alcune domande che lo portarono a formulare la legge di gravitazione universale, che descrive sia come cadano gli oggetti verso il centro della Terra, sia come si relazionino i pianeti tra di loro.

Conoscendo alcune variabili, come la massa dell’oggetto che cade, la massa della Terra, la distanza tra gli oggetti, la costante di gravitazione universale, è possibile conoscere il sistema e la sua evoluzione. Il risultato è determinabile conoscendo le condizioni iniziali del sistema.

Ciò vale per un oggetto passivo che cade. Immaginiamo un sasso che cade, possiamo descriverne la traiettoria, conoscere a che velocità cadrà, quanto tempo impiegherà per raggiungere il suolo, e quando avrà toccato il suolo possiamo prevedere se si spaccherà o rimbalzerà ed infine si fermerà. Ma questo è un oggetto passivo. L’evoluzione di un sistema passivo in caduta libera è facilmente determinabile.

Immaginiamo ora che sia un gatto a cadere (dai tempi del gatto di Schroedinger, sembra che il gatto stimoli gli esperimenti mentali dei fisici). Essendo un sistema attivo e non passivo, il gatto già durante la caduta si muoverà per guadagnare la posizione su 4 zampe e quando tocca terra il gatto metterà in atto una serie di possibili reazioni che non sono prevedibili in base alle condizioni iniziali del sistema: potrà scappare o graffiare o andarsene tranquillamente o miagolare, ecc.

Questo semplice esempio ci dice che l’utilizzo della meccanica classica per studiare i sistemi viventi non è adeguato. Un sistema vivente non si comporta in modo deterministico. Se vogliamo utilizzare la logica deterministica per studiare un sistema vivente, dobbiamo applicare anche un atteggiamento riduzionistico, cioè ridurre lo studio del sistema vivente alle sole componenti che possono essere determinabili con le leggi della fisica classica.

In questo modo, la caduta del gatto può essere prevista solo con approssimazione; già durante la caduta il gatto si muoverà attivamente per recuperare la posizione su 4 zampe, quindi la sua traiettoria non sarà precisamente determinabile. Dopo che il gatto tocca terra, la fisica classica non è in grado di prevedere l’evoluzione ulteriore della situazione, il soggetto è attivo, non passivo e in quella fase non risponde a leggi deterministiche.

In Biologia e Medicina è stato adottato un metodo logico di tipo riduttivo deterministico che permette di studiare e descrivere il sistema vivente secondo le leggi della fisica classica e della chimica. Questo metodo logico costringe però ad escludere dall’osservazione elementi molto importanti dei sistemi viventi, che non sono descrivibili con la fisica classica. Un esempio: il ruolo delle emozioni.

La fisica quantistica descrive i sistemi in termini di probabilità; inoltre il sistema osservato non è separabile dall’osservatore, come si concepisce in fisica classica, perché l’osservatore esercita sempre un certo grado di interazione e quindi modifica in qualche misura il sistema osservato.

Nel precedente articolo una citazione di Richard Feynman, premio Nobel nel 1965 per la sua elaborazione della elettrodinamica quantistica, ci stimola ad utilizzare il metodo logico della fisica quantistica se vogliamo capire meglio la Natura, ma non è impresa facile.

Come suggerisce l’ing. Antonio Manzalini, come la fisica classica è il metodo conoscitivo e logico utilizzato in medicina convenzionale, così la fisica quantistica è il metodo che meglio si addice per la comprensione delle medicine complementari.

La fisica classica e la fisica quantistica sono considerate oggi teorie complementari, che spiegano la realtà a livelli diversi di osservazione e sono in attesa di una maggiore unificazione. Così la medicina convenzionale e le medicine complementari dovrebbero essere considerate in modo integrato.

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